4.15.2006

Buona Pasqua

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Auguri e non ti incazzare siii felice.

Anonimo ha detto...

ho trovato questo scritto e te lo "giro" con i più affettuosi auguri di una pasqua serena.
Achille Senior

FINALMENTE UNO DAVANTI A CUI PRENDERE POSIZIONE

Davide Rondoni

Non fa notizia. Non la fece allora. Questo assembramento. Questo raduno. Lo devono aver pensato anche allora: che c'è di straordinario? Un altro che va a morire, e il suo corteo. Annoverato tra le notizie solite, le cose rituali.
Ma che gente è quella che si dà questo appuntamento. Da duemila anni. Non è comizio, non è spettacolo. Non è nemmeno un evento mondano. È un teatro strano. L'unico teatro popolare. Fatto dal popolo. Che recita una parte, ma senza fingere. Che recita d'esser lì come duemila anni fa: ma con pensieri veri, con lacrime sulle ciglia, con il silenzio di oggi. Con il cuore vivo di ora. Non c'è scena uguale per le nostre città. Gli unici altri momenti di teatro popolare sono forse le marce politiche, o le biciclettate con le pettorine di qualche ente naturista. Ma questo raduno non rivendica niente. Non protesta. Non ce l'ha con nessuno. Non vuole andare in televisione. Non ha sponsor.
È fatto di gente di ogni genere. Ricchi che camminano accanto ai poveri. Gente di sinistra accanto a gente di destra. E di centro. Giovani e pensionati. Uomini fortunati e altri colpiti da sventure. Temperamenti di ogni genere: allegri, pensosi, melodrammatici. Donne carine, bellissime, oppure, diciamo, dotate d'altre qualità. E bambini di ogni stampo: disciplinati, urlatori, noiosetti, simpatici. Insomma, un popolo che non ha motivi sociali, né politici, né psico-fisici per radunarsi.
Sono le vie crucis sulle vie del mondo. Mentre tutti si dividono, per mille motivi, questi si uniscono, per un motivo solo. Seguono il Condannato. Entrano nel mistero della Sua condanna. E mentre intorno, specie dalle nostre parti, quasi tutti sono eccitati, o più spesso annoiati e nervosi per vacanze troppo brevi, o troppo costose o troppo stipate, questi si sono radunati per concentrarsi su quel che non va mai in vacanza: la lotta tra il bene e il male, il combattimento contro il dominio della morte. Sono dei folli ? Hanno, al di là delle apparenze, qualcosa di "bacato" dentro? Sono degli strani maniaci o hanno un hobby assurdo? Somigliano forse a coloro che, rispettabilissimi e simpatici, fanno ogni tanto, che so, un raduno dei sosia di Elvis Presley? Mi piacerebbe rivolgere questa domanda diretta a molti direttori di giornale, di tv, di programmi alla moda. Guardandoli negli occhi. Mi piacerebbe sapere cosa pensano di questi italiani. E non vorrei risposte evasive. Perché se uno passa un po' del venerdì del primo week-end baciato dal sole in siffatto modo, i casi sono due: o è matto o non lo è. E in entrambi i casi, esigerei che si tirassero delle conclusioni.
Alla mia domanda non ce la si cava con qualche discorsetto del tipo: c'è spazio per tutti, i cortei per la difesa della foca monaca e quelli per Gesù Cristo. No, perché uno è un legittimo corteo per un nobile motivo. L'altro dei due cortei presume di accompagnare a morire Dio. E affermando tale morte e resurrezione, nega qualsiasi autorità superiore. Quel popolo ripete al Condannato dall'Impero più forte del mondo la frase che viene detta ogni giorno in tutte le Chiese del mondo: Tua è la potenza, Tua la gloria… Piange per Gesù, non per il Re. Piange per la messa in croce, non per le sorti della riforma costituzionale. E chiede a Lui la forza nelle prove, non alla Ruota della Fortuna. Tiene fisso gli occhi fissi a chi non cerca la fama, a chi non vuole catturare gli sguardi, a chi non cerca audience…
E mentre il mondo si divide tra chi inneggia al suo dio vittorioso attraverso la morte degli infedeli e chi deride ogni dio in nome della propria vanità o per calcolo, costoro vanno dietro a un Dio che sembra aver perso tutto. Che strano spettacolo. Che miste rioso teatro popolare. Di fronte a cui prendere posizione. Oppure non guardarli. Far finta che non ci siano. Ridurli a fantasmi, sulla carta dei nostri giornali e delle tv. Salvo poi accorgersi di quanta vita c'è in quel camminare.