5.23.2006

2006: Fuga dal Codice Da Vinci (con Speranza)

Scomodare Jena Plissken, direte voi, per il Codice Da Vinci, non vale la pena. E' vero, ma dato che tutti ne parlano, lo farò anch'io in puro conformismo. Ma la faccio breve e ne parlo male, perchè il film non cambierà la vita a nessuno, non stravolgerà mai la Santa Romana Chiesa e non rimarrà nella storia del cinema se non per alcuni record d'incassi, peraltro da prendere con le dovute misure.In breve, per un romanzo che era avvincente e affascinante nelle sue teorie, strategie e illazioni, ma che rimanevano pur sempre sotto l'etichetta di romanzo, e quindi invenzioni, il film che ne è corrisposto, a me è sembrato macchinoso e lento con pochi pregievoli attimi illuminanti che non possono equilibrare una pellicola che, secondo me, uno come Ron Howard poteva evitare di dirigere.
Personalmente poi ho trovato il doppiaggio terrificante, ma qui si tocca una piaga tutta italiana che non è facile da spiegare. Sicuramente le "piccole" aspettative che accompagnavano il film, ne turbano il giudizio, ma ciò non toglie che per quanto anche il libro non sia un volume da ricordare tra i primi 10 della storia della letteratura, il film che ne è uscito sa tanto di occasione persa...
Certo, poi, che per gli incassi a perdere è solo il concetto di cinema, perchè la potente macchina hollywoodiana se la ride sommersa di soldi...

Se volete tornare al cinema a vedere un film dove davvero tutti gli elementi ci sono, dove c'è una storia semplice, coinvolgente, sarcastica, amara, dolce e terribile, allora andate a vedere Volver, di Pedro Almodovar. Una storia di donne, una storia che sa di vita di amore e di altre piccole crudeli verità. Un tocco leggero e potente del regista più amato e apprezzato di tutta la Spagna.
Un film che davvero fa sorridere e conforta, perchè ci sonsente di sperare ancora una volta che una buona storia una buona idea, e tanto tanto talento, sono più forti di qualunque megaproduzione.
Una piccola notazione tutta al maschile: in Volver di uomini se ne vedono pochini, ma il film è un regalo per gli uomini, che possono scoprire le donne così come le vede e le ama Almodovar, e soprattutto, Penelope Cruz è bellezza allo stato puro.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

ciao, vorrei solo sottolineare la "piaga" del doppiaggio" dei film: é vero che abbiamo una buona tradizione ecc., ma doppiare i film nel 2006 é veramente assurdo e anacronistico e toglie TANTISSIMO al valore dei film.

il doppiaggio anderebbe abolito per legge...adesso faccio un partito... ;)

Anonimo ha detto...

si in effetti è un problema che si fonde con il disagio di aver comunque dei doppiatori eccezionali in alcuni casi... Insomma croce e delizia..

La disintossicazione migliore è andare a qualche festival come Venezia...

Fabio Sacco ha detto...

Cmq il film si fa vedere!